×


La storia della statua di Cenresig, il Buddha della Compassione


Nel piazzale sottostante il Coffee Shop dell’Istituto Lama Tzong Khapa è possibile ammirare una grande statua del Buddha della Compassione (Avalokiteshvara in sanscrito, Cenresig in tibetano); Cenresig è il “patrono” del Tibet e Sua Santità il Dalai Lama viene considerato un’emanazione dell’essenza compassionevole di tutti i Buddha, la manifestazione di Cenresig in questo mondo.
Secondo la tradizione del buddhismo tibetano, la compassione è il desiderio che nessun essere sperimenti la sofferenza e la recitazione del mantra di sei sillabe di Cenresig, il notissimo “Om Mani Padme Hum”, purifica le emozioni afflittive degli esseri viventi. Il Buddha della compassione viene rappresentato in varie forme: in particolare, il numero delle braccia può variare da 2 a 1000, a simboleggiare le sue innumerevoli attività pacificanti in soccorso degli esseri soggetti alle sofferenze del samsara.

La statua presente in Istituto, alta 6 metri, è nella forma a 4 braccia: le due mani unite al chakra del cuore, a racchiudere il gioiello che esaudisce i desideri, esprimono l’aspirazione che tutti gli esseri siano protetti e liberi dalla sofferenza. L’altra mano destra regge una mala (rosario) di cristallo per ricordarci di recitare il suo mantra, mentre nell’altra mano sinistra regge lo stelo di un fiore di loto, a indicare la sua immacolata saggezza. La pelle di capriolo sulla spalla sinistra rappresenta la natura buona e compassionevole di tutti i Buddha.

La storia

Questa statua ha una storia molto particolare: proviene infatti dal set del film “Kundun” di Martin Scorsese, che racconta la vita di Sua Santità il XIV Dalai Lama dall’infanzia fino all’esilio in India. Nel 1996 lo scenografo premio Oscar Dante Ferretti la realizza come parte della ricostruzione del Palazzo del Potala e, una volta terminate le riprese, la statua rimane negli Atlas Studio a Ouarzazate, in Marocco.
Nel 1999 l’artista Sonia Deotto viene incaricata di progettare e realizzare un’installazione artistica che avrebbe fatto da cornice alla visita del Dalai Lama in Italia a celebrazione del decimo anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace; decide di contattare il direttore del Centro Cinematografico del Re del Marocco per ottenere in prestito la statua e – con sua grande sorpresa – la riceve in dono.

Grazie a un team di professionisti, il trasporto avviene via terra fino a Casablanca, poi via mare sino a Genova e finalmente a Milano, dove la statua è posta al centro dello spazio espositivo dell’evento “Tibet – Arte e Spiritualità” (presentato nel libro omonimo di Skira editore, Milano 1999). In seguito la statua di Cenresig viene custodita in alcuni magazzini e, da ultimo, nel deposito di un’azienda di famiglia di Beba Stoppani, discepola di Ghesce Ciampa Ghiatso, mentre si esplorano varie possibilità per un suo collocamento appropriato. Nel giugno 2012 la statua viene donata all’Istituto Lama Tzong Khapa da Sonia Deotto, fondatrice altresì del Movimento per la Pace “OraWorldMandala”

Il restauro

Nel maggio 2013, presso l’ILTK, inizia il complesso restauro della statua di Cenresig sotto la supervisione dell’esperto decoratore Alessio Pazzini, sostenuto dall’intenso lavoro di un team dedicato. Trattandosi di un intervento unico nel suo genere, Pazzini si è avvalso di una tecnica ad hoc pensata appositamente per adattare una statua nata per il set cinematografico ad una collocazione in esterni. Per il restauro è stato utilizzato un processo speciale di resinatura con tessuti di vetro finissimi e resine composite epossidiche, per terminare con stuccature e fini carteggiature della superficie. Sono state inoltre apportate varie modifiche alla statua per renderla aderente all’iconografia buddhista anche nei più piccoli particolari, dietro indicazione di esperti e Maestri come Lama Ciampa Monlam, che ha fornito un elenco di dettagli da perfezionare.
Tra i numerosi lavori effettuati vi è stata la ricostruzione totale del mantello (la parte della schiena non era presente nella statua originale, pensata per delle riprese unicamente frontali); la creazione e la modellatura delle ciocche di capelli, la ricostruzione quasi totale dei drappi laterali, la pulitura e la modifica dei piedi ed il taglio e la ricostruzione di una delle due gambe per ricreare la posizione del loto completo. Inoltre sono stati modificati e ricostruiti i gioielli al petto, alla caviglia destra e i braccialetti ai polsi, e sono state modificate le mani per rendere perfetti i mudra.

La statua oggi

Nel giugno 2014, in occasione di una sua visita a Pomaia, la statua di Cenresig è stata benedetta personalmente da Sua Santità il Dalai Lama e, nel tempo, è diventata una delle “icone” più conosciute, amate e fotografate dell’Istituto. La sua presenza maestosa e benevola è visibile già dall’esterno del parco e dà il benvenuto al loro arrivo ai visitatori, che sono accolti dal sorriso compassionevole del Buddha Cenresig. Molti residenti, studenti e ospiti dell’ILTK amano sedere a lungo di fronte alla statua per meditare o semplicemente per rilassarsi dinanzi a uno scenario e a un panorama splendidi. 

L’Istituto Lama Tzong Khapa dedica in particolare quest’opera alla lunga vita di Sua Santità il Dalai Lama, emanazione di Buddha Cenresig, speranza di pace, eguaglianza e saggezza per ogni forma di vita.


Pubblicato il Luglio 23, 2022 da webmaster

Condividi



Festival del Tibet Newsletter

Iscriviti alla mailing list per rimanere aggiornato sulle attività del Festival e dell'Istituto Lama Tzong Khapa