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Gli otto simboli tibetani di buon auspicio


Secondo una leggenda indiana il Buddha Shakyamuni, subito dopo aver raggiunto l’illuminazione, ricevette in offerta otto doni da altrettante divinità, come segno di rispetto e come invito ad esporre il Dharma.

La storia si è tramandata nei secoli ed è particolarmente viva nella cultura tibetana, dove le immagini di questi otto doni si trovano raffigurate virtualmente ovunque: su arazzi, bandiere, pareti interne ed esterne degli edifici sia religiosi che profani, monili, katha (le sciarpe bianche cerimoniali), oggetti domestici etc.; si ritiene che favoriscano il successo e la buona fortuna ed eliminino gli ostacoli.

Lama Zopa Rinpoche, sulla base degli insegnamenti di Sua Santità Trijang Dorje Chang, spiega così il significato degli otto simboli: (fonte: https://www.lamayeshe.com/article/eight-auspicious-signs)

1. Il parasole, o ombrello prezioso, ci salva da tutti gli ostacoli di questa vita – come le malattie, i contagi, le interferenze e così via – e anche dagli ostacoli della vita successiva. Ci preserva dal tormento delle sofferenze temporanee e a lungo termine. Ha lo stesso effetto di gioia prolungata che si prova stando in un’ombra rinfrescante di pace e felicità.

2. I pesci dorati: come i pesci nuotano a loro piacimento e senza paura nell’oceano, così questo simbolo permette a se stessi e agli altri di passare liberamente, senza resistenza, di felicità in felicità, senza aver paura di annegare negli oceani della sofferenza.

3. Il vaso del grande tesoro riversa incessantemente nei tre regni dell’esistenza (il regno del desiderio, della forma e della non-forma) tutte le cose desiderate, la fortuna di una vita gloriosa, la prosperità  e la pace, cioè la liberazione dal samsara.

4. Il fiore di loto ci libera da tutte le macchie degli errori – le non-virtù di corpo, parola e mente. L’abbondante fioritura dei cento petali di virtù porta l’abbondanza della buona essenza del miele: la felicità eterna e la bontà definitiva (la liberazione e lo stato di mente onnisciente).

5. La conchiglia bianca annuncia la dolce melodia del Dharma profondo e vasto che si adatta al livello mentale e ai desideri degli esseri senzienti. Risveglia gli esseri trasmigratori dal sonno ignorante dell’ignoranza e li persuade a compiere opere per il beneficio e la felicità di se stessi e degli altri.

6. Il glorioso nodo infinito (peu) agisce affinché il Dharma e la politica si utilizzino e si sostengano a vicenda in una connessione continua. Analogamente, nel sentiero, metodo e saggezza, vacuità e sorgere dipendente, sono unificati l’uno con l’altro; così pure, al momento dello stato risultante di Buddha, sono unificate onniscienza e compassione.

7. Il vessillo fa sì che le attività delle tre porte, proprie e altrui, non vengano intralciate da ostacoli o condizioni disarmoniche, ma siano vittoriose e affinché i preziosi insegnamenti del Buddha siano vittoriosi nella lotta contro il lato oscuro, simboleggiato da Mara.

8. La ruota dorata del Dharma (Dharmachakra) indica l’auspicio che la preziosa ruota del Dharma (le scritture e le realizzazioni del Vittorioso) giri incessantemente in tutto l’universo cosicché tutti gli esseri samsarici che rinascono e muoiono continuamente sotto il controllo del karma e dell’illusione si applichino alla virtù più gloriosa: la totale liberazione.


Consiglio di lettura: Dagyab Rinpoche, Simboli buddhisti e cultura tibetana
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Pubblicato il Luglio 6, 2023 da webmanager

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